Cosa pensano gli italiani dello Smart Working?
Il 19 settembre 2024 si è tenuto il webinar in cui la Fondazione per la Sostenibilità Digitale – la prima Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della Sostenibilità Digitale – presenta i risultati della ricerca Smart Working – Cosa pensano gli italiani dello smart working.
Attorno a questo evento è scaturito un dibattito al quale ha partecipato anche il nostro AD Marco Massenzi, di cui condividiamo una parte del suo intervento sul tema così attuale, quello dello smart working e degli strumenti a supporto del lavoro a distanza – indagati dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale attraverso il proprio Osservatorio.
“Ritengo che gli aspetti più significativi emersi dalla ricerca siano le nuove sfide che le organizzazioni, specialmente quelle situate nei grandi centri urbani e che hanno adottato politiche strutturali di smart working, dovranno affrontare nel prossimo periodo.
Infatti, se da un lato lo smart working favorisce l’equilibrio tra lavoro e vita privata e ha un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale, dall’altro la dissoluzione di un tessuto sociale e di un modello organizzativo consolidati da anni nell’ambiente lavorativo porta alla percezione di un maggiore isolamento sociale e al timore che la cultura aziendale (engagement) e la crescita personale (empowerment) possano essere penalizzate, dando origine a fenomeni come la great resignation, il burnout o il quiet quitting.
Per vincere queste sfide, occorre ricordare la definizione di smart working: un nuovo modello organizzativo e di leadership basato sull’autonomia per i lavoratori nella scelta di spazi, orari e strumenti di lavoro a fronte di una responsabilizzazione sui risultati.
Da ciò l’importanza di agire simultaneamente su due fronti: il modello organizzativo, a cui è richiesta una maggiore agilità per sviluppare nei dipendenti adattabilità, flessibilità e reattività al cambiamento, privilegiando modalità ibride rispetto al full smart working; il modello di leadership, stimolando e formando i manager affinché curino la crescita e il benessere dei propri collaboratori, mantengano saldo il senso di appartenenza all’organizzazione, gestiscano le modalità di lavoro in modo flessibile, responsabile e personalizzato e utilizzino i molteplici strumenti digitali di comunicazione e collaborazione in modo appropriato e rispettoso del diritto alla disconnessione.
Infine, sia il luogo di lavoro che il lavoro nei luoghi, pur con le loro differenze, devono garantire al dipendente un’esperienza fluida, appagante e priva di frizioni. In questo contesto, la digitalizzazione e il conseguente modo di lavorare giocano un ruolo cruciale, ma ancor di più lo fa la trasformazione digitale introdotta dallo smart working, che cambia il senso stesso del lavoro. “